Google AI Mode: forse te lo sei perso, forse no, ma negli ultimi giorni Google ha esteso la AI Mode, una modalità di ricerca supportata dall’intelligenza artificiale in più di 35 lingue e 40 paesi Italia inclusa, cosa cambia per chi fa SEO e vive di traffico dai motori di ricerca e da Google?
Lo so, scrivo sempre meno di SEO su questo blog, ma il primo amore non si scorda mai, e se sono riuscito a costruite tanto in questi anni è sicuramente merito della SEO dei blog (vedi come guadagnare con un blog) quindi eccomi qui a parlare dell’ultima novità introdotta da Google…
Google AI Mode: Cos’è e perché è una rivoluzione?
AI Mode permette agli utenti di fare domande non solo tramite testo ma anche tramite immagini o audio ottenendo risposte più ricche, contestuali e “ragionate”….
Non più quindi una serie di link ed una SERP (vedi come fare SEO nel 2025?) arricchita con video, prodotti da Google shopping e AI Overview ma una “sintesi intelligente con possibilità di approfondimento”.
Il fatto è che Google AI Mode si basa su capacità multimodali, ragionamento contestuale e memoria implicita con l’obiettivo di (cito testualmente) gestire conversazioni più articolate (fonte)…
Tradotto in parole povere il motore di ricerca più evoluto di Google è arrivato e per chi fa SEO, produce contenuti e soprattutto vive di contenuti non basta più posizionarsi con le parole chiave (la cara e vecchia keyword research) e Google ci fa capire che dobbiamo guadagnarci l’inclusione nella conversazione generativa di Google…
(Cosa che fa incazzare chi da anni fa questo lavoro e sa che poi in pochi cliccheranno sui link per uscire fuori da Google, così come dimostrano già alcune ricerche e studi)…
Cosa cambia per chi fa SEO e content marketing?
Prima di provare a capire se esistono delle “contromisure” dobbiamo capire cosa cambia esattamente con AI Mode:
- Riduzione dei click e del traffico “classico” (cosa già avvenuta da un anno e più a questa parte), le risposte fornite direttamente in SERP con AI Overview e ora con AI Mode riducono la necessità per l’utente di cliccare su un risultato, c’è già chi parla di zero click economy
- Nuove logiche di ranking e citazione: non sarà più la gara di chi è il primo in SERP ma chi viene citato nelle risposte generate da AI, sarà Google a dover considerare il nostro contenuto e noi una fonte affidabile e di qualità
- Il Multimodale: Google AI Mode, come ci dice la stessa Google, è multimodale, questo significa che può usare testo, immagini, audio, tabelle, grafici e video, non è detto che il contenuto più lungo sarà sempre privilegiato (ricordi i pillar content?), l’algoritmo adesso può anche estrapolare dei frammenti di pagina o passaggi e questo significa che anche un solo paragrafo ben strutturato potrebbe essere citato
A questo poi dobbiamo aggiungere che la personalizzazione implicita e la memoria contestuale personalizzeranno i risultati “ricordando i contesti delle conversazioni” e generando risposte che tengono conto delle query precedenti degli utenti trasformando la ricerca in progressiva e conversazionale.
Vedremo quindi molto probabilmente cambiare i KPI che non saranno più i click o le visite ma
- Visibilità nelle risposte date da AI
- Numero di citazioni
Cosa fare per emergere in Google AI Mode?
Da mesi si parla di GEO – Generative Engine Optimization – non solo posizionare ma progettare i contenuti per far sì che rientrino nelle “risposte generate dalle intelligenze artificiali”.
Questo si traduce in:
- Lavorare per cluster di argomenti
- Anticipare query correlate implicite
- Costruire contenuti in modo modulare
- Strutturare e revisionare i contenuti organizzandoli meglio
- Immaginare ogni paragrafo come una risposta autonoma che può funzionare anche da sola
- Inserire tabelle, elenchi e grafici
Ma non si ferma qui: è sempre più importante produrre contenuti in diversi formati (video, infografiche, audio, immagini, …
Oltre ciò bisogna anche ripensare all’usabilità e la navigazione dei siti o dei blog: i siti o i blog snelli e ben organizzati con una gerarchia chiara funzionano meglio, più una pagina è densa di contenuti e meno è probabile che da quella pagina verrà estratta una informazione utile…
Google AI Mode sarà la fine per i blog?
Chi può dirlo? Sicuramente scompariranno tanti piccoli blog, scomparirà chi non ha lavorato al proprio personal branding e molto probabilmente anche chi pensava di diventare ricco e famoso facendo scrivere contenuti all’intelligenza artificiale…
Continuerà ad essere fondamentale la link building per aumentare le citazioni esterne, bisognerà curare la propria presenza digitale, la coerenza tematica e le menzioni del nostro grand
Rischi, criticità e controversie
Quali sono i rischi e le criticità di Google AI Mode?
- Google AI Mode Traffic Killer per gli editori: già alcune testate italiane a quanto pare hanno chiesto delle indagini contro Google sostenendo che le risposte AI riducono i click verso i siti originali
- Possibili errori nei riassunti: le risposte delle AI non sono ancora infallibili e potrebbero condensare male i contenuti o tralasciare contesti importanti
- Opacità degli algoritmi: non è chiaro quando e perché viene citato un contenuto, molte decisioni vengono prese ancora in maniera ambigua e poco chiara
- Personalizzazione forte: la visibilità dei contenuti dipenderà anche dal profilo dell’utente e da ciò che cerca rendendo difficile creare una “strategia universale”
La verità quindi, per chi come me gestisce uno o più blog o contenuti digitali a lungo termine è fondamentale non affidarsi solamente al traffico organico ma diversificare, costruire relazioni dirette che non passano attraverso Google.
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