Penalizzazioni Google: cosa sono? Come intervenire per uscire da una penalizzazione? Se hai notato un calo di traffico o se hai perso posizioni nei risultati di ricerca, le cause possono essere numerose e non è detto che si tratti di una penalizzazione.
Se non sei un esperto potresti pensare di richiedere una consulenza SEO, oppure, se vuoi migliorare le tue competenze, puoi sfruttare articoli e guide come questa dove cerco di aiutarti a capire come si fa a riconoscere le penalizzazioni di Google e come si deve intervenire in caso di penalizzazione?
In quest’articolo cercherò riassumere quella che è la mia esperienza con le penalizzazioni Google: la prima volta che sono stato penalizzato da Google è stato nel 2012, successivamente, nel 2013, ho addirittura ricevuto il BAN dell’intero blog, Monetizzando®, che per un periodo non era più presente su Google.
In entrambi i casi sono riuscito a superare queste penalizzazioni, imparando dai miei errori e continuando a lavorare e sperimentare metodi per ottimizzare questo ed altri blog.
Per capire come recuperare una penalizzazione Google bisogna prima di tutto essere stati penalizzati, quello che stai per leggere dunque è frutto della mia esperienza e del mio studio.
Se vuoi approfondire altri argomenti a tema SEO ti consiglio in particolare:
O il libro che ho pubblicato su Amazon dedicato alla SEO per WordPress:
- Cosa sono le penalizzazioni Google?
- Penalizzazioni manuali e Penalizzazioni algoritmiche
- Perché un sito viene penalizzato?
- Come capire se il mio sito è penalizzato?
- Come risolvere una penalizzazione Google?
- Principali aggiornamenti algoritmici di Google
- Google Panda
- Obiettivo di quest’aggiornamento:
- Google Penguin
- Obiettivo di Penguin:
- Google Pigeon
- Google Fred
- Penalizzazione Google link innaturali in uscita – entrata
- Le penalizzazioni Google manuali
- Google Top Heavy
Cosa sono le penalizzazioni Google?
Una penalizzazione è il modo che utilizza Google per “garantire che i risultati di ricerca siano utili e pertinenti per le persone”.
I siti che sono in contrasto con le linee guida di Google – pubblicate da Google nella sezione Search Essentials (per le linee guida di Google clicca su https://developers.google.com/search/docs/seo-starter-guide) – subiranno dunque una penalizzazione.
Le principali penalizzazioni che Google decide di adottare nei confronti di blog e siti web possono causare:
- Riduzione del traffico
- Variazione negativa di posizionamento
- Esclusione del sito dall’indice di Google
Attraverso una serie di norme sulla qualità Google descrive quelle che sono le pratiche illecite che possono comportare la penalizzazione o la rimozione di un sito dall’indice di Google.
Esistono due grandi tipologie di penalizzazioni:
Penalizzazioni manuali e Penalizzazioni algoritmiche
Se Google capisce che un sito ha effettuato delle azioni che sono contrarie alle sue linee guida interviene con una penalizzazione specifica, che varia in base alla tipologia di “azione scorretta messa in atto”.
Una penalizzazione manuale viene applicata dal Google Webspam Team successivamente ad una valutazione sull’operato del blog/sito web, causando la perdita di visibilità e posizioni nella SERP o, nei casi peggiori all’esclusione completa dagli indici di Google.
La penalizzazione algoritmica invece viene applicata in modo automatico in seguito ad un aggiornamento dell’algoritmo che si occupa di analizzare, valutare e stabilire il posizionamento di ogni contenuto nei risultati di ricerca.
A proposito di penalizzazioni Google, sarebbe più corretto dire che le penalizzazioni algoritmiche non sono in realtà collegate ai broad core update, ovvero alle variazioni ed agli aggiustamenti delle classifiche operati da Google nel tempo per rispondere sempre meglio alle richieste degli utenti.
Se un sito, in seguito ad un aggiornamento dell’algoritmo, subisce un calo di traffico/posizionamento, la motivazione potrebbe essere legata a:
- Un mancato aggiornamento dei contenuti che sono diventati obsoleti
- L’ingresso di nuovi competitor e contenuti
- Problemi con i core web vitals che registrano scarse prestazioni del sito in termini di velocità di caricamento
Perché un sito viene penalizzato?
Fra le cause di penalizzazione si possono elencare:
- Contenuti generati automaticamente, di scarso valore o copiati
- Vendita di link
- Acquisizione di link, schemi di link, Spam
- Problemi di sicurezza
- Cloaking e doorway (per approfondire ti consiglio l’articolo di SEOZoom sulla black hat SEO)
- Hosting gratuito / di scarsa qualità / condiviso che ospita siti SPAM (a proposito vedi la pagina Hosting WordPress Migliori)
- Errori di reindirizzamento
- Problemi con i dati strutturati (per approfondire vedi https://developers.google.com/search/docs/appearance/structured-data?hl=it)
Come capire se il mio sito è penalizzato?
Come prima cosa è fondamentale fare una SEO Audit in modo da avere un quadro completo dello stato di salute del nostro sito.
Possiamo utilizzare strumenti gratuiti (e indispensabili) come la Search Console e strumenti a pagamento come ScreamingFrog.
Utilizzando strumenti come SEOZoom o SEMRush possiamo inoltre verificare se, in corrispondenza di aggiornamenti dell’algoritmo di Google, si notano dei cali di traffico.
Questo potrebbe essere un primo campanello d’allarme che può aiutarci a capire se il nostro sito ha subito una penalizzazione.
Nel caso di penalizzazione manuale Google ci invierà un messaggio tramite la Search Console.
Solitamente le penalizzazioni Google non colpiscono un intero sito ma pagine e contenuti specifici che:
- Violano le norme di Google
- Sono di scarsa qualità/duplicate
- Hanno ad oggetto temi sensibili (la macro categoria YMYL Your Money Your Life, per approfondire vedi quest’articolo di Semrush)
Come risolvere una penalizzazione Google?
Una penalizzazione, nella maggior parte dei casi, non è definitiva, bisogna avere pazienza, riconoscere le cause della penalizzazione ed intervenire per risolvere i problemi che ha il nostro sito.
Solo dopo aver risolto tutti i problemi identificati da Google (nel caso di azione manuale / penalizzazione manuale) possiamo inviare una richiesta di riconsiderazione per segnalare a Google che abbiamo risolto i problemi che affliggevano il nostro sito.
È sicuramente molto più complicato invece recuperare da una penalizzazione algoritmica, o meglio risolvere i problemi legati ad un “aggiustamento algoritmico” poiché:
- Google non ci invia nessuna notifica
- Bisogna controllare il traffico di ogni pagina/contenuto e capire perché quella pagina sta perdendo posizioni
- Attuare una strategia per recuperare le posizioni perse e tornare a crescere
Principali aggiornamenti algoritmici di Google
Google Panda
Uno degli aggiornamenti all’algoritmo di Google più temuti, lanciato per la prima volta nel 2011 ha colpito i siti che contenevano contenuti e articoli di bassa qualità.
Chi viene colpito da questa penalizzazione solitamente dovrebbe rivalutare:
- Qualità e la lunghezza dei contenuti
- Presenza di contenuti duplicati
- Utilità (o meglio l’inutilità) dei contenuti pubblicati
Per evitare questa penalizzazione è bene effettuare periodicamente un lavoro di revisione dei contenuti (leggi anche revisione articoli).
Obiettivo di quest’aggiornamento:
Eliminare dalle SERP le pagine di scarsa qualità. I siti che hanno molti contenuti di scarsa qualità e che cercano di posizionarsi bene vengono penalizzati.
Sono state rimosse:
- le pagine che vengono realizzate solo per aumentare il traffico
- i contenuti sovraottimizzati con parole chiave e/o contenuti duplicati
- i contenuti non correlati al tuo sito web
Rimedi: analizza il contenuto del tuo sito ed elimina quelli scadenti/duplicati. Controlla se puoi anche ortografia e grammatica ed i meta dati dei tuoi articoli: qual è la struttura delle URL? Sono presenti gli Alt tag nelle immagini? Stai utilizzando flash? Crea contenuti utili per il pubblico.
Ricorda di fare i redirect sui contenuti eliminati.
Google Penguin
Si tratta dell’aggiornamento che valuta il profilo di link di un sito web. Penguin si occupa di analizzare i backlink o link in entrata di un sito web ed i relativi anchor text (testi di ancoraggio) utilizzati.
Lanciato per la prima volta nel 2012, anche questo è stato uno degli aggiornamenti che ha più creato il panico nel web e in chi si occupa di SEO (tanto che si è cominciato a pensare, erroneamente che “la link building fosse il male da evitare assolutamente“).
Prima di quest’aggiornamento posizionare un sito era “più facile” grazie a profili di link innaturali e/o creati ad hoc, oggi risulta più difficile e bisogna andare cauti nelle attività di link building.
Fra i fattori presi in considerazione da questo aggiornamento algoritmico ci sono:
- La qualità dei link in entrata
- Il tasso di crescita dei link (ovvero la velocità di acquisizione)
- La varietà dei link ottenuti
Questo tipo di penalizzazione può colpire anche singole pagine (e proprio per questo a volte è più difficile da identificare da chi non è esperto nel settore).
Obiettivo di Penguin:
Penalizzare siti di scarsa qualità posizionati bene in SERP grazie a link spai e pratiche “Black hat” come keyword stuffing, schemi di link, pagine non correlate al sito, guest blogging aggressivo, contenuti duplicati, comment spam, anchor text sovraottimizzati, …).
Rimedi: Controlla i link in entrata tramite Search Console o altri SEO Tool (Majestic, Screaming Frog, Ahrefs, SEMRush, …), se tutti hanno lo stesso anchor text o se partecipi a schemi di link / sistemi di link building a pagamento lavora per rimuovere questi link.
Per i link che non riesci a rimuovere puoi ricorrere al Disavow Tool di Google.
Google Pigeon
Migliorare i risultati elle ricerche locali.
Rimedi: Controlla l’indirizzo della tua azienda, l’utilizzo di keyword localizzate e l’iscrizione a directory locali, oltre che a Google Places. Utilizza rich snippet e controlla le recensioni ricevute.
Google Fred
L’aggiornamento punta ai contenuti ed alla pubblicità presente all’interno del sito.
Se si hanno dei siti tematici con contenuti di qualità e con pubblicità non invasiva, le pagine hanno avuto dei miglioramenti (anche piuttosto interessanti), se invece il sito ha dei contenuti di scarso valore, o relativi ad argomenti sensibili scritti per generare più traffico (vedi bufale, informazioni scientifiche o mediche generiche, …) si subisce una penalizzazione / calo del traffico.
È molto probabile che Google punti anche a dare meno visibilità a quei siti che esagerano con la pubblicità in pagina, andando a coprire completamente o bloccare la visualizzazione del contenuto per un eccessivo utilizzo di banner pubblicitari e sopratutto formati pubblicitari estremamente invasivi.
Ad essere colpiti maggiormente sono stati secondo alcuni i siti di news, con l’obiettivo di:
- Contrastare tutti i siti che riportavano notizie e informazioni di scarsa qualità
- Chiarire le idee a chi, con il suo sito tematico, una volta costruita una certa autorevolezza, ha cominciato ad allargare sempre di più il suo raggio d’azione, inserendo contenuti appartenenti a qualsiasi categoria (quindi a chi da sito monotematico si è spostato ed ha allargato in maniera eccessiva il suo settore di competenza)
- Punire chi cerca di imitare i siti più famosi creando contenuti simili ma di qualità inferiore o con contenuti scorretti / di dubbia attendibilità
Penalizzazione Google link innaturali in uscita – entrata
Il 10 Marzo 2014 Matt Cutts ha lanciato un tweet sul suo account Twitter: “And here’s a reminder about unnatural/paid links for Italian”: il link porta ad una pagina di Google Webmaster Central dal titolo “Link innaturali in Italia e richieste di riconsiderazione”.
La pagina racconta come diverse volte google sia intervenuto sui siti ed i network di editori italiani che spesso in modo aggressivo violavano le linee guida.
Il post pubblicato mira a fare il punto della situazione su quelli che sono i link che Google considera dannosi per la reputazione ed il posizionamento di un sito internet, oltre che consigliare quali operazioni compiere una volta ricevuta una email che comunica che è stata attuata una azione manuale.
“…la nostra posizione sui link che puntano al tuo sito non è cambiata: partecipare a schemi di link ed all’acquisto di link che passano PageRank per influenzare i risultati dei motori di ricerca è contro le linee guida”.
Nello stesso articolo, viene spiegato che spesso in Italia i link a pagamento vengono acquistati tramite iniziative di article marketing o di guest post.
Interessante anche come, nell’esempio riportato, vengano effettivamente riportate alcune delle parole chiave (e delle categorie di settore) più utilizzate per acquistare link in Italia:
- Poker online
- volo economico
- Spagna
- scarpe di lusso
- assicurazione
- comparatore
- offerta
- coupon
Spesso, dietro ai siti di article marketing ci sono parecchi contenuti simili a spam ed una bassa qualità in generale dei contenuti pubblicati da questi siti. La
raccomandazione di Matt è non utilizzare questi siti per fare link building.
Link innaturali in uscita dal tuo sito internet
Tutti i link venduti all’interno del tuo sito per “influenzare in qualche modo il posizionamento di altri siti” sono considerati violazioni delle linee guida di Google: anche se Google è consapevole che questi link possono essere ospitati senza cattive intenzioni, se questi link puntano a manipolare il posizionamento di un sito internet il sito che li ospita può subire delle penalizzazioni
Azione consigliata:
- Identifica i link a pagamento o inorganici utilizzando rel=”nofollow” o indirizzando ad una pagina intermedia bloccata dal file robots.txt
- Rimuovi i link problematici dal tuo sito
- Dopo esserti assicurato che il tuo sito rispetti le istruzioni per i webmaster di google invia una richiesta di riconsiderazione.
- Per un elenco aggiornato delle azioni manuali attualmente applicate al tuo sito, visita la pagina “Azioni manuali”. Se non è elencata alcuna azione manuale non è più necessario presentare una richiesta di riconsiderazione.
Cosa ho fatto per un sito cliente:
Dopo aver contattato il proprietario del sito chiedendo se aveva ricevuto richieste di vendita di link ho utilizzato le email ed il documento dove erano indicati i link venduti, quindi ho rimosso tutti i link più vecchi di 12 mesi ed ho inserito sui nuovi un rel=”nofollow” segnalando ai clienti che avevano acquistato i link l’accaduto.
Ho inoltre verificato la presenza di link in entrata “innaturali” o da siti internet penalizzati ed ho rimosso quei link.
Le penalizzazioni Google manuali
Quando ricevi questo tipo di penalizzazione dovresti metterti in allarme e correre rapidamente ai ripari: significa che Google vuole rimuovere il tuo sito manualmente dai sui indici o sta adottando soluzioni “estreme”.
Esiste un vero e proprio team di specialisti che si occupa di analizzare i siti web (hai mai sentito parlare del Quality Rater Team di Google?), fortunatamente è possibile capire se il tuo sito ha subito una azione manuale tramite la Search Console.
Solitamente queste azioni manuali vengono messe in atto se il sito:
- È stato bucato / compromesso
- Presenta SPAM generato dagli utenti o da qualcuno che ha bucato il sito ed ha iniettato link in uscita
- Contiene Spam nei sistemi utilizzati per il Markup dei dati strutturati
- Riceve link non naturali
- Contiene contenuti di scarsissima qualità, duplicati o copiati da altri siti web
- Effettua Cloaking o comandi di reindirizzamento non ammessi dai TOS di Google
- Contiene testo nascosto, script malevoli o eccessivo uso di parole chiave al fine di manipolare i dati di ricerca
Per ognuno di questi casi è la stessa Google a spiegare come è possibile uscire dalla penalizzazione tramite correzione degli errori e successiva richiesta di riconsiderazione (o di revisione): è bene fornire informazioni dettagliate sulle operazioni effettuate per rimettere in regola il sito!
Google Top Heavy
Si tratta di un aggiornamento di Google lanciato nel 2012 che ha come obiettivo quello di scansionare le pagine web ed analizzare il layout del sito: se questo presenta un numero di banner pubblicitari eccessivo, o se per gli utenti è difficile identificare il contenuto (o è difficile da raggiungere/leggere) il sito potrebbe subire una penalizzazione.
Questo aggiornamento in realtà è abbastanza tollerante nei confronti di molti siti web, diciamo che sta più nel buon senso del proprietario del blog o del portale posizionare bene gli annunci pubblicitari e le pubblicità in modo da rendere piacevole la navigazione per l’utente.
Chiaramente questa è una guida base alle penalizzazioni, se ti è stata utile o ti è piaciuta metti mi piace, condividila su Facebook, oppure, se vuoi aggiungere qualcosa, lascia un commento qui di seguito.
Buon lavoro e buon guadagno online,
Valerio
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