Viral Marketing, o Marketing Virale, indica una tipologia di marketing non convenzionale che attraverso le capacità comunicative di alcuni soggetti permette una diffusione virale del contenuto o del messaggio pubblicitario.
In quest’articolo cercherò di spiegarti esattamente cosa è il viral marketing, come funziona, quali sono le sue caratteristiche.
Quando si parla di contenuti virali spesso si finisce per parlare di post che fanno ridere, di meme o di fenomeni che poco hanno in realtà a che fare con il marketing.
Cosa è il Viral Marketing?
Per marketing virale si indicano tutte le strategie di promozione di prodotti, servizi o aziende che sfruttano la naturale propensione delle persone a condividere contenuti in maniera spontanea e naturale.
Il termine virale indica infatti la diffusione di un virus (in questo caso il messaggio pubblicitario) attraverso il contagio (nel caso del marketing vale a dire la condivisione) e di conseguenza la diffusione esponenziale dello stesso.
Il mezzo di diffusione dei contenuti, ovvero dei messaggi virali, deve essere dunque il passaparola, anche se, sempre più spesso, l’iniziale diffusione avviene tramite un investimento pubblicitario (solitamente tramite pubblicità su Facebook, ovvero tramite Facebook Ads).
Per valutare l’impatto di una campagna di viral marketing è necessario dunque stabilire quali KPI prendere in considerazione: obiettivi, metriche e target di riferimento.
- Camera, Alessia (Autore)
I formati virali più diffusi sono sicuramente:
- Video
- Meme
- GIF
Alcune volte si organizzano operazioni di Guerrilla Marketing o di Ambient Marketing che vengono riprese spontaneamente da chi si trova nel bel mezzo di queste situazioni vedi, fra gli altri, anche i Flash Mob) proprio con lo scopo di diventare virali.
Altro esempio importante di contenuti virali sono le Challenge, le sfide lanciate sui social (famosa, fra le tante, l’Ice Bucket Challenge).
Quando si parla di come creare un contenuto virale spesso si leggono frasi come non è possibile prevedere la viralità di una campagna di web marketing, ma ci sono alcuni elementi che andrebbero presi in considerazione, se si vuole fare marketing virale.
Principi di Viral Marketing
È possibile stabilire dei veri e propri principi di viral marketing? Forse sì. Di fatto, studiando, mi sono reso conto che esistono alcuni elementi e alcuni concetti da tenere a mente:
- Perché un contenuto diventi virale è importante ingaggiare le persone giuste: non tutte le persone sono uguali ed in alcuni contesti ci sono persone che hanno più influenza di altre;
- Le persone sono sensibili all’ambiente in cui vivono;
- Le emozioni generate dalle campagne virali di successo hanno a che fare con il divertimento, la riflessione, la paura.
Volendo approfondire il concetto, i contenuti virali provocano emozioni: fanno divertire o riflettere, fanno ridere o piangere, fanno paura o fanno gioire, fanno immedesimare o fanno arrabbiare.
Esempi Viral Marketing
Gli esempi più clamorosi di Viral Marketing sono sicuramente quello di Volvo con Jean-Claude Van Damme (che ha raggiunto le 95.000.000 di visualizzazioni):
Lo spot, realizzato per dimostrare l’affidabilità, la stabilità e la precisione di Volvo Dynamic Steering ed è subito stato condiviso e ripubblicato da vari siti che raccontavano di come lo spot della Volvo sia reale e non un fake.
Realizzato nel 2013, ancora oggi si parla di questo spot che mostra Van Damme fare la spaccata e rimanere in equilibrio fra due camion che camminano in retromarcia.
Lo stesso spot ha dato vita ad una serie di parodie altrettanto virali, fra cui una delle più famose è quella di Chuck Norris:
Altro esempio di viralità legata ad un personaggio è sicuramente Salt Bae, o meglio Nusret Gokce, diventato famoso per il suo gesto del sale e non solo.
Occhiali da sole e particolare modo di trattare la carne, Salt Bae è diventato virale proprio grazie ai suoi contenuti ed al suo modo di cucinare la carne pubblicato su Instagram, cuoco turco specializzato proprio nella preparazione della carne e co-proprietario di nusr-Et, catena di Steakhouse conosciuta ormai in tutto il mondo:
Il Viral Marketing è una strategia che porta la tecnica del passaparola nel nuovo millennio, reinterpretandola in chiave moderna grazie alle nuove tecnologie ICT.
Per Marketing Virale si intendono infatti tutte quelle strategie di comunicazione che stimolano i destinatari del messaggio a diventare essi stessi mezzi di diffusione, grazie all’interazione con altri utenti, incrementando così la crescita della sua notorietà ed influenza.
Tale metodo di diffusione è definito virale poiché avanza autonomamente, senza necessità di ulteriori input da parte dell’emittente – l’impresa, nel caso specifico – che definisce solo il messaggio ed il meccanismo con il quale esso andrà veicolato.
Importante per la divulgazione massiva del messaggio virale è l’efficacia dell’ideavirus, ovvero l’idea che fonda il messaggio stesso, la quale deve essere capace di propagarsi rapidamente ed influenzare le persone attraverso la creazione di valore; dev’essere un’idea del quale vale la pena parlarne, proposta inizialmente ad un primo gruppo di utenti definito “target primario”, che attiverà poi il processo di viralizzazione dando così il via al contagio.
E’ necessario comunque che l’ideavirus sia sempre finalizzata a raggiungere l’obiettivo della campagna e che abbia coerenza con il posizionamento della marca (Godin 2001).
Il termine Viral Marketing viene coniato nel 1997 da Steve Jurveston e Tim Draper per descrivere il primo caso di marketing virale che fece raggiungere al provider di posta elettronica Microsoft Hotmail i 12 milioni di utenti in appena 18 mesi di campagna pubblicitaria, grazie ad una sola riga di testo inserita alla fine di ogni messaggio inviato dai propri utenti ai loro contatti personali, nei quali si consigliava di provare il servizio di posta gratuito (Artusi 2008).
E’ possibile attivare una strategia di viral marketing anche in contesti tradizionali ma è nell’ambiente digitale, nel web, che il viral trova la sua ragion d’essere, dati una serie di vantaggi legati all’utilizzo dei new media, quali appunto:
- La velocità di diffusione, attraverso la molteplicità dei mezzi e dei codici comunicativi a disposizione;
- L’ampiezza del network potenziale;
- Possibilità di raccolta dati;
- Possibilità di misurazione dei risultati ottenuti
- Taborelli, Luca (Autore)
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Ultimo aggiornamento 2024-10-03 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API